Telefono 081 850 4831 Cellulare 335 654 7785

email sangiuseppepompei@gmail.com

Io sono il buon pastore
Il buon pastore offre la vita per le pecore

Giovanni - 10 , 11

San Giuseppe

San Giuseppe

San Giuseppe, (in ebraico: יוֹסֵף‎, Yosef; in greco antico Ιωσηφ, Ioseph; in latino: Ioseph) secondo il Nuovo Testamento, è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù; è definito come uomo giusto.

San Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente riconosciuti come la Sacra Famiglia.

Secondo i Vangeli e la dottrina cristiana, il padre di Gesù è Dio: Maria lo concepì miracolosamente per intervento dello Spirito Santo. Giuseppe riconobbe legalmente Gesù come proprio figlio. La tradizione lo chiama padre putativo di Gesù (dal latino puto, "credo"), cioè colui "che era creduto" suo padre.

La vicenda di Maria e Giuseppe ha inizio con l'episodio dell'Annunciazione: Nel sesto mese l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe, la vergine si chiamava Maria.

Giuseppe è presentato come il discendente di Davide, sposo della Vergine divenuta protagonista del Mistero dell'Incarnazione. Per opera dello Spirito Santo, Maria concepì un Figlio "che sarà chiamato Figlio dell'Altissimo". L'angelo a conferma dell'evento straordinario, le disse poi che anche la cugina Elisabetta benché ritenuta sterile, aspettava un figlio. Maria si recò subito dalla parente e al suo ritorno, essendo già al terzo mese, erano visibili i segni della gravidanza.

In queste circostanze "Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di allontanarla in segreto" come dice il Vangelo secondo Matteo. L'uomo non sapeva come comportarsi di fronte alla miracolosa maternità della moglie: certamente cercava una risposta all'inquietante interrogativo, ma soprattutto cercava una via di uscita da una situazione difficile senza esporre Maria alla pena della lapidazione.

Ecco però che gli apparve in sogno un angelo che gli disse: "Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli salverà il suo popolo dai suoi peccati". Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo e prese con sé la sua sposa, accettandone il mistero della maternità e le successive responsabilità.

Secondo il Vangelo di Luca, qualche mese dopo Giuseppe si spostò insieme a Maria dalla città di Nazaret (Galilea), a Betlemme (Giudea), a causa di un censimento della popolazione di tutto l'impero, per il quale anche lui doveva registrarsi nella sua città d'origine, insieme alla sposa.

Mentre i due si trovavano a Betlemme, giunse il momento del parto e la ragazza diede alla luce il figlio "che fasciato fu posto in una mangiatoia, perché non vi era posto per loro nell'albergo".

Giuseppe fu dunque testimone dell'adorazione del piccolo da parte di pastori avvisati da un angelo, e più tardi anche di quella dei magi, venuti dal lontano Oriente, secondo l'indicazione ottenuta dagli astri e da una stella in particolare. I magi "entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono": Giuseppe non è citato né visto ma certamente era presente all'avvenimento.

Dopo otto giorni dalla nascita, secondo la legge di Mosè, avvenne la circoncisione del bambino, cui Giuseppe impose il nome Gesù. Quaranta giorni dopo lui e Maria portarono il neonato a Gerusalemme per la presentazione al tempio e lì assistettero alla profetica esaltazione del vecchio Simeone che predisse un futuro glorioso per il bambino, segno di contraddizione e gloria del suo popolo Israele. Dopo la presentazione al tempio, l'evangelista Luca ci narra che fecero ritorno in Galilea, alla loro città Nazaret.

La Sacra Famiglia rimase a Betlemme per un periodo non ben determinato, sembra da un minimo di 40 giorni a un massimo di due anni, dopo di che secondo Matteo, avvertito in sogno da un angelo, Giuseppe con la sposa e il figlio fuggì in Egitto a causa della persecuzione del re Erode che, avendo udito il racconto dei magi, voleva liberarsi di quel "nascituro re dei Giudei", massacrando tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù. Dopo un periodo di esilio non ben determinato, ricevuto in sogno l'ordine di partire, poiché Erode era morto, tornò con la famiglia a Nazaret, non sostando però a Betlemme a causa della monarchia di Archelao, non meno pericolosa di quella del padre. Gesù visse a Nazaret fino all'inizio della sua vita pubblica.

Liturgia del giorno
×
×